Coltivazione dell’ulivo

Per un olivicoltore o azienda agricola, la gestione di un uliveto non ha solo un fine economico ma rappresenta anche la conservazione del territorio e del paesaggio mediterraneo.
La qualità dell’olio extravergine di oliva nasce sul campo attraverso una serie di tecniche agricole adoperate allo scopo di ottenere un frutto sano e genuino.
La coltivazione dell’ulivo è legata indubbiamente al clima mediterraneo e non ha particolari esigenze di pH e fertilità del terreno.
Sono importanti, invece, gli interventi per la difesa da parassiti e malattie. L’insetto chiave che ‘disturba’ l’armonia della pianta è la mosca olearia.
L’oliva è colpita dalla mosca le cui larve scavano gallerie nel frutto alimentandosi della polpa. Questo evento scatena una successione di danni a scapito della qualità del prodotto finale.

L’ italia presenta un elevatissimo numero di cultivar dell’ulivo, si contano oltre 500 varietà diverse.
Nel Salento le varietà più diffuse sono:

– L’ ulivo cellina di nardò
– L’ ulivo Ogliarola Salentina

L’ ulivo cellina di nardò presenta un’oliva piccola di forma ellittica e dal colore che varia in base alla maturazione, inizialmente verde fino a diventare completamente nera.

È utilizzata anche come oliva da mensa per condire piatti a base di verdure, pizza, focacce e l’impareggiabile ‘puccia salentina‘.
Le sue proprietà organolettiche rispecchiano i profumi della campagna, rievocando erbe mediterranee con sentori di frutti di bosco.
L’ olio prodotto da questa varietà di oliva si dimostra un olio strutturato in cui si avvertono lievi sentori di piccante.

L’ ogliarola salentina è una drupa piccola che assume inizialmente un colore verde dorato fino a diventare violacea in piena maturazione.
La fioritura di questa varietà è tardiva (dicembre-gennaio) e a differenza dell’oliva di cellina di Nardò, ha una resa maggiore, circa 20-25 kg di olio per 100 kg di olive.
Le sue proprietà organolettiche sono caratterizzate da sentori di erba falciata e mandorla.