La lavorazione di un terreno deve essere eseguita secondo regole inerenti alle colture che si vogliono accogliere.
Pertanto si devono creare le condizioni ideali e favorevoli alle piantagioni per garantire l’integrazione delle azioni del clima e degli esseri viventi per migliorare le proprietà fisiche, chimiche e biologiche del suolo.
Una corretta lavorazione del terreno aiuta la penetrazione delle radici, il controllo delle erbe infestanti e una riduzione dei parassiti.
Oltretutto le lavorazioni possono comportare anche delle azioni nocive al suolo tale da poter compromettere la struttura del terreno per molti anni e a volte può provocare l’irreversibilità del risanamento delle sue capacità funzionali in tempi ragionevoli (100 anni).
Esempio:
- Rischio di riportare in superficie strati inerti, interrando troppo quelli fertili.
- Compattamento: durante il transito ripetuto dei mezzi agricoli (N.B. Mai lavorare con suolo bagnato).
- Velocità di lavoro eccessive: troppa finezza del terreno.
La forma tradizione di agricoltura è la lavorazione di aratura.
L’aratura è una lavorazione allo scopo di predisporre il letto di semina e viene utilizzata per colture preparatrici o da rinnovo, es. barbabietola, patata, mais, pomodoro, ecc.
L’erpicatura, invece, è una lavorazione utilizzata per agevolare le fasi di crescita della pianta, eliminazione infestanti, interramento fertilizzanti, rompere croste o zolle rimaste da lavorazioni precedenti.
L’attrezzo utilizzato per questa lavorazione è l’erpice che ha un telaio rigido a denti fissi o a denti elastici. Generalmente l’epoca di erpicatura è primavera e autunno.
Molti coltivatori tradizionalisti malauguratamente eseguono da decenni le lavorazioni di aratura su oliveti, anche se questa operazione può anche non danneggiare del tutto il fabbisogno nutrizionale dell’albero è comunque da considerarsi una lavorazione non adeguata alla coltivazione e allo sviluppo di un olivo.
Per un oliveto la lavorazione migliore per la gestione del suolo è senza dubbio l’erpicatura.